Inutile nasconderlo, non ho mai amato l’autunno. Nonostante, negli anni, sia diventato abbastanza “di moda”: le foglie dorate, le giornate tiepide, la luce calda del sole che, in caso di meteo favorevole, regalano notevoli soddisfazioni. Avrei molte occasioni per ricredermi, anche quest’anno in cui, dopo un’estate orribile, sembra che la stagione voglia riscattare un po’ di quello che ha colpevolmente mancato nel recente passato. La fine si settembre ha portato con sé giornate molto belle, calde per il periodo, che permettono una vita all’aperto di cui, quasi, ci eravamo scordati la possibilità. C’è quasi sempre nebbia al mattino, ma poi, pian piano o quasi all’improvviso, si dirada e compare il sole nel cielo blu. Sua maestà nel suo regno.
Tanti mi dicono di amare l’autunno, la sua atmosfera un po’ rarefatta, il vino, i riti gastronomici che lo accompagnano (e, come sempre, per mangiare ogni scusa è buona ;-)). Li posso capire, in verità, ogni stagione ha un suo (grande o piccolo) fascino e ognuno vive su di sé quella che risuona meglio con il proprio essere. Io sono donna di luce primaverile, di profumi estivi esaltati dal caldo mediterraneo, o per lo meno lo ero, fino a quando l’età ci ha messo lo zampino, portandomi a soffrire il caldo come mai nella vita di prima. Invecchiare favorisce, forse, un diverso apprezzamento delle “mezze stagioni”, per lo meno di quelle che, una volta, venivano chiamate così.
Ma resta un problema, per me grandissimo e difficilmente superabile: il buio. Il sonno infinito. Inizia il momento in cui la sveglia è una tortura, in cui aprendo gli occhi ogni mattina mi trovo a pensare “Così non ce la posso fare, non un giorno di più!” E siamo solo all’inizio, l’inizio di un lungo tunnel che prosegue inesorabile fino a marzo o aprile dell’anno successivo, in attesa della luce.
Mio figlio, dopo anni di notte brave, sembra aver ormai acquisito un suo equilibrio e la vita scolastica favorisce una stanchezza profonda che lo stronca quasi inevitabilmente poco dopo il tramonto. Da quest’anno ho notato che la sveglia sta iniziando ad essere un tema scottante anche per lui e, in tutta onestà, mi si spezza il cuore doverlo svegliare brutalmente (se no non si sveglia proprio) prima delle sette del mattino. Dopo tutto, mi dico, ha solo quattro anni, e a quattro anni penso che un bambino meriterebbe di poter dormire un pochino di più.
Per tutti questi motivi è scattato il count down, il conto alla rovescia pre-vacanze autunnali. Ancora due sveglie all’alba e poi un po’ di riposo, …. ehm, sì, diciamo che, almeno, potremo riscattarci per qualche giorno dalla dittatura della sveglia. Per questo sono infinitamente grata al calendario scolastico svizzero che, forse, è riuscito a mettere in conto che gli alunni (e gli esseri umani in generale) non sono dei robot e che le ferie non sono necessarie solamente d’estate.
Allora, forse, riuscirò davvero anche a godermelo questo autunno, ad apprezzarne le doti e le magie, come le bolle di sapone che si alzano leggere e fatate nel cielo di Zurigo in un sabato di ottobre.